domenica 22 novembre 2020

TRA LA DECRESCITA FELICE E LA CRESCITA INFELICE, NOI SIAMO PER LA CRESCITA FELICE.

foto: Morguefile Pellinni

 

CITTA’ METROPOLITANA – AMBITO 8 - MAGENTINO-ABBIATENSE


TRA LA DECRESCITA FELICE E LA CRESCITA INFELICE, NOI SIAMO PER LA CRESCITA FELICE.


La pandemia, volenti o nolenti ha cambiato e cambierà per sempre alcuni aspetti della vita quotidiana, a partire da alcuni comportamenti prima impensabili, dallo smart-working, alla DAD, alla sanità ecc. Oltre a questo vi è stato senz’altro un forte cambio di mentalità relativamente alla filosofia di vita di ciascuno, specialmente nei giovani, riguardo ad esempio al rapporto con la natura ed il clima (merito anche di Greta Thumberg), al riciclo dei prodotti, agli imballaggi con il minor utilizzo di plastica, alle fonti di energia rinnovabile, mezzi pubblici e sistemi di sharing, ai comportamenti individuali, ai mezzi di trasporto, alle infrastrutture (ad es. la nostra tangenziale o il raddoppio della ferrovia Vigevano-Milano). Nella ricerca “Milano sostenibile – 4° osservatorio sullo stile di vita dei milanesi”, risulta che l’83% dei cittadini (90% dei 18-24enni) giudica necessario, dopo l’emergenza sanitaria modificare il proprio stile di vita rendendolo sostenibile. Anche il Forum regionale appena aperto, per bocca del suo presidente Attilio Fontana e dell’assessore all’ambiente Raffaele Cattaneo, ribadisce che: “la sostenibilità è un elemento che favorisce lo sviluppo, in quanto migliora la qualità della crescita, e perciò vogliamo seguire la via dello sviluppo, lo sviluppo sostenibile e non la decrescita felice.”

Questa consapevolezza da parte di cittadini ed istituzioni (ci voleva il COVID?), porta anche noi, miseri cittadini della città metropolitana, Magentino-Abbiatense, a riflettere sugli stessi argomenti con i quali si sono confrontati gli abitanti della città, a partire da ogni realtà comunale. Non abbiamo sentore che questo modello di programmazione sia all’ordine del giorno della nostra Giunta di Robecco, e perciò lo proponiamo noi di Robecco Futura, con l’invito di sedersi attorno ad un tavolo e cominciare a ragionare, maggioranza e minoranze, su problematiche che sembrano più grandi di noi, ma che invece toccano la vita di tutti i giorni e alla fine sono il succo della politica. Anche la Comunità Europea, ha partorito il New Generation E.U. (Recovery Fund è un termine brutto e non incisivo), proprio perché si rivolge alle nuove generazioni ed al loro futuro, ed è giusto che sia così.


Ora, nel nostro consiglio comunale siedono molti giovani, istruiti e preparati, sicuramente sensibili a questi temi. Facciamo loro un appello, perché riflettano e prendano coscienza che tocca a loro, assieme agli altri giovani, naturalmente assieme ai matusa, agli esperti, ai filosofi e tutti coloro che possono servire questa causa, costruire il loro futuro e quello dei loro figli. Il nostro ambito n. 8 Magentino-Abbiatense nella città metropolitana ha moltissime potenzialità, purtroppo inespresse a causa di una politica a corto raggio e frammentata, che merita di essere rivalutato, rigenerato e progettato: cosa vogliamo essere e fare da grandi?


Il nostro è un appello forte ai giovani consiglieri, e a tutti i giovani che hanno a cuore il futuro di Robecco e del territorio, perché si ribellino ad una politica del giorno per giorno meramente amministrativa, ed alzino lo sguardo al di sopra delle penose contrapposizioni di parte, perché qui c’è in gioco non c’è lo scranno, ma il futuro. Occorre far sobbalzare dentro di voi l’orgoglio del desiderio di partecipare a un nuovo mondo pieno di possibilità e di aspettative. L’osare e la passione sono i mantra che sostengono la politica, la rassegnazione è la sua morte. Noi di idee ne abbiamo tantissime e non aspettiamo altro di poterle confrontare apertamente e sinceramente con tutti voi. Se ci siete battete un colpo.


Chiudiamo con l’appello di Papa Francesco, chiamato Patto di Assisi, rivolto ai giovani che da tutto il mondo lo hanno seguito in streaming (solo a Robecco non si riesce SIC): “La gravità della situazione esige una presa di coscienza di tutti. E Voi non potete restare fuori da dove si generano il presente e il futuro. O siete coinvolti o la storia Vi passerà sopra. Cari giovani, economisti, imprenditori, lavoratori e dirigenti d’azienda, è tempo di osare il rischio di favorire e stimolare modelli di sviluppo, di progresso e di sostenibilità, in cui gli esclusi diventino protagonisti”.

domenica 1 novembre 2020

ROBECCO FUTURA SALUTA IL SUO EX-SINDACO SANDRO BERTOLINI

 




ROBECCO FUTURA SALUTA IL SUO EX-SINDACO SANDRO BERTOLINI


Si, tocca a noi, politicamente, dare il saluto a Sandro, perché, ne siamo certi, era uno di noi.


Quando si diventa Sindaco, si è il Sindaco di tutti; questo è il presupposto basilare perché la democrazia e la convivenza civile possano coesistere e fare comunità, ma l’appartenenza politica non deve mai venire meno, e per Sandro non è mai venuta meno. Questo è il primo insegnamento che ci ha lasciato; Sindaco di tutti ma schierato dalla parte che rappresentava i suoi ideali di uomo di sinistra, cui teneva e sapeva difenderli molto. Dal 1995 al 1999, nei quattro anni, anziché cinque, del suo mandato amministrativo, l’unico della storia repubblicana, Sandro è riuscito a fare cose che hanno lasciato il segno nel futuro di Robecco; due per tutte la mini-circonvallazione e il Piano Navigli con Borgo Archinto. Ed ha potuto farlo, e questo il suo secondo insegnamento, perché ha saputo circondarsi di persone valide e ha dato loro la possibilità di lavorare. Certo sono state fatte molte altre opere, che non stiamo ad elencare perché bastano quelle citate, che hanno permesso a Robecco di guardare al suo futuro e a quello di tutto il territorio.

Sandro aveva un grande rispetto per i politici, ma soprattutto per la Politica, quella che incarna in se una visione alta, che contribuisce alla crescita sociale ed economica, che è coraggiosa, che non ha paura di fare le cose nelle quali si crede, anche a costo di perderci. L’altra sua caratteristica, e questo è il terzo insegnamento, era quella di essere un uomo del popolo. Sandro, pur tenendo sempre ben distinto la figura di Sindaco da quella personale (per parlargli dovevi andare in comune), era un noto frequentatore del Circolino, amava mischiarsi, gran giocatore di scopa liscia, sicuramente uno dei più bravi.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di frequentarlo, soprattutto chi ha lavorato con lui come assessore o consigliere comunale, non può che essere orgoglioso di averne condiviso il mandato, un mandato breve ma intenso, che rimarrà nella storia di Robecco.

Salutiamo Sandro, Uomo e Sindaco; siamo certi che continuerai a battagliare con noi per un mondo migliore e per il bene di Robecco, cui eri tanto affezionato. Noi cercheremo, anche nel tuo ricordo, di fare del nostro meglio.


ROBECCO FUTURA