giovedì 23 aprile 2020

IL NOSTRO 25-26 APRILE AI TEMPI DEL CORONA VIRUS



IL NOSTRO 25-26 APRILE AI TEMPI DEL CORONA VIRUS



Non possiamo esimerci dal festeggiare, anche in tempi così brutti, la festa della librazione dal nazi fascismo, anche nel nostro piccolo, seppur da casa, magari esponendo la bandiera italiana e cantando bella ciao dal balcone. La nostra lista Robecco Futura, a prescindere da quello che giustamente le istituzioni potranno fare, forse e purtroppo solo un significativo alza bandiera nel piazzale del Municipio, ha il dovere di ricordare a tutti i cittadini robecchesi che questa data per Robecco è stata, nel 1945, da una parte una festa, dall’altra una tragedia. Se il 25 aprile ha segnato per tutti il giorno più atteso dagli italiani, il 26 per Robecco è stato un giorno di lutto. Dopo i fatti tragici del 20-21 luglio 1944 il paese si è ritrovato ancora attonito attorno alle vittime di un’altra strage nazi fascista. Una strage difficile da digerire, perché a guerra finita, perché ancora più gratuita e pesante dell’altra. Infatti, mentre l’anno precedente eravamo ancora in guerra, qui no! E quell’eccidio, come un macigno, pesa ancora di più sulla coscienza di chi lo ha compiuto, proprio perché contro vittime innocenti e soprattutto senza una giustificazione; cinque morti e sei feriti, alcuni gravemente.

Ora siamo ancora attoniti, come allora, di fronte ad un virus che, al di là delle tragiche conseguenze economiche e sociali che sta partorendo, rischia di infettare la faticosa conquista democratica nata proprio dalla resistenza del popolo italiano contro l’oppressore e dal sangue versato. Ecco perché, forse più di ogni altro, questo è il momento di ritrovare un’unità di intenti sia a livello nazionale che locale per salvaguardare la democrazia, al di là delle singole e diverse posizioni politiche interne al paese, a volte anche laceranti che hanno seminato rancore e rabbia . E la responsabilità sta sempre negli uomini che in questo momento stanno amministrando l’Europa, l’Italia come Robecco.

Ma, a nostro modo di vedere i piani della responsabilità sono diversi. Se le opposizioni devono fare la loro parte, tocca soprattutto alle maggioranze mettersi in gioco, andando alla ricerca del dialogo e del confronto e non meramente subirlo, a volte come un fastidio. La democrazia non è solo la legge dei numeri, necessari per renderla possibile, ma qualcosa di più profondo che invade tutta la parte intima e l’intelligenza della persona umana. Senza questa seconda condizione la prima, quella dei numeri, rischia di essere sterile, fine a se stessa e precipua all'alimentazione del potere.

Una nuova era si aprirà dopo il coronavirus, tutti ci dicono che non sarà più come prima. Speriamo che sia così, perché la storia insegna che, purtroppo, l’uomo dimentica in fretta. Il nostro appello, e il virus avrebbe dovuto insegnarcelo, come Lista Robecco Futura e come Partiti che la sostengono, è questo: NON PENSIAMO PIU’ DI ESSERE ONNIPOTENTI E DI BASTARCI DA SOLI, ma al di là dei numeri usciti dalle elezioni, facciamo fronte comune per una rinascita nuova di Robecco e del territorio, che sappia guardare al futuro delle nuove generazioni. Questo è il nostro augurio più bello per festeggiare il 25 aprile e per ricordare le vittime del 26 aprile 1945.

Perché onorare il 25-26 aprile, lo spiegò con semplicità Vittorio Foa, uno dei padri della nostra Repubblica nel corso di un dibattito televisivo, quando ad un parlamentare di destra disse:“ SE AVESSE VINTO LEI IO SAREI ANCORA IN PRIGIONE. AVENDO VINTO IO, LEI E’ SENATORE DELLA REPUBBLICA E PARLA QUI CON ME”.



 ROBECCO FUTURA

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