IL NOSTRO 25-26 APRILE AI TEMPI DEL CORONA VIRUS
Non possiamo esimerci dal festeggiare, anche in tempi così
brutti, la festa della librazione dal nazi fascismo, anche nel nostro
piccolo, seppur da casa, magari esponendo la bandiera italiana e
cantando bella ciao dal balcone. La nostra lista Robecco Futura, a
prescindere da quello che giustamente le istituzioni potranno fare,
forse e purtroppo solo un significativo alza bandiera nel piazzale
del Municipio, ha il dovere di ricordare a tutti i cittadini
robecchesi che questa data per Robecco è stata, nel 1945, da una
parte una festa, dall’altra una tragedia. Se il 25 aprile ha
segnato per tutti il giorno più atteso dagli italiani, il 26 per
Robecco è stato un giorno di lutto. Dopo i fatti tragici del 20-21
luglio 1944 il paese si è ritrovato ancora attonito attorno alle
vittime di un’altra strage nazi fascista. Una strage difficile da
digerire, perché a guerra finita, perché ancora più gratuita e
pesante dell’altra. Infatti, mentre l’anno precedente eravamo
ancora in guerra, qui no! E quell’eccidio, come un macigno, pesa
ancora di più sulla coscienza di chi lo ha compiuto, proprio perché
contro vittime innocenti e soprattutto senza una giustificazione;
cinque morti e sei feriti, alcuni gravemente.
Ora siamo ancora attoniti, come allora, di fronte ad un virus che,
al di là delle tragiche conseguenze economiche e sociali che sta
partorendo, rischia di infettare la faticosa conquista democratica
nata proprio dalla resistenza del popolo italiano contro l’oppressore
e dal sangue versato. Ecco perché, forse più di ogni altro, questo
è il momento di ritrovare un’unità di intenti sia a livello
nazionale che locale per salvaguardare la democrazia, al di là delle
singole e diverse posizioni politiche interne al paese, a volte anche
laceranti che hanno seminato rancore e rabbia . E la responsabilità
sta sempre negli uomini che in questo momento stanno amministrando
l’Europa, l’Italia come Robecco.
Ma, a nostro modo di vedere i piani della responsabilità sono
diversi. Se le opposizioni devono fare la loro parte, tocca
soprattutto alle maggioranze mettersi in gioco, andando alla ricerca
del dialogo e del confronto e non meramente subirlo, a volte come un
fastidio. La democrazia non è solo la legge dei numeri, necessari
per renderla possibile, ma qualcosa di più profondo che invade tutta
la parte intima e l’intelligenza della persona umana. Senza questa
seconda condizione la prima, quella dei numeri, rischia di essere
sterile, fine a se stessa e precipua all'alimentazione del
potere.
Una nuova era si aprirà dopo il coronavirus, tutti ci dicono che
non sarà più come prima. Speriamo che sia così, perché la storia
insegna che, purtroppo, l’uomo dimentica in fretta. Il nostro
appello, e il virus avrebbe dovuto insegnarcelo, come Lista Robecco
Futura e come Partiti che la sostengono, è questo: NON PENSIAMO PIU’
DI ESSERE ONNIPOTENTI E DI BASTARCI DA SOLI, ma al di là dei numeri
usciti dalle elezioni, facciamo fronte comune per una rinascita nuova
di Robecco e del territorio, che sappia guardare al futuro delle
nuove generazioni. Questo è il nostro augurio più bello per
festeggiare il 25 aprile e per ricordare le vittime del 26 aprile
1945.
Perché onorare il 25-26 aprile, lo spiegò con semplicità
Vittorio Foa, uno dei padri della nostra Repubblica nel corso di un
dibattito televisivo, quando ad un parlamentare di destra disse:“
SE AVESSE VINTO LEI IO SAREI ANCORA IN PRIGIONE. AVENDO VINTO IO, LEI
E’ SENATORE DELLA REPUBBLICA E PARLA QUI CON ME”.
ROBECCO FUTURA
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